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Il Coenzima Q10 e L Acetil Carnitina nella riduzione delle miopatie causate dall’utilizzo di statine

Negli ultimi settant’anni , sostanzialmente dal dopoguerra in poi , i paesi occidentali hanno assistito , per via dello sviluppo economico , ad un progressivo aumento delle malattie cosiddette degenerative , cioè le malattie a carico del sistema cardiovascolare .

Queste ultime hanno determinato aumento della mortalità e della morbilità ed in particolare sostanziale incidenza delle malattie coronariche ( croniche o acute come l’infarto del miocardio ), delle malattie cerebrovascolari come l’ictus e gli attacchi ischemici transitori , delle vasculopatie cerebrali croniche come la demenza senile ed il decadimento cerebrale.

Da oltre trent’anni il trattamento delle suddette patologie si è arricchito del contributo di farmaci innovativi e salva vita.

Tra questi si annoverano le Statine ( Rosuvastatina, Pravastatina, sinvastatina etc. ), indicate come noto nella cura delle varie forme di ipercolesterolemie ( familiari e non ) .

L’introduzione di questi farmaci soprattutto in ambito cardiologico , ha determinato notevole e significativa riduzione degli eventi cardiovascolari in particolare se introdotti in prevenzione secondaria.

I pazienti che hanno vissuto l’esperienza dell’infarto acuto del miocardio o in generale della sindrome coronaria acuta , hanno necessità assoluta di ridurre attraverso l’assunzione delle statine il colesterolo LDL , fino valori al di sotto di 55 mg % , così come recitano le recenti Linee Guida Europee del 2020 per il trattamento delle sindromi ischemiche acute.

E’ noto, da studi di registro ed osservazionali, come a questi target di LDL difficilmente si arriva e questo in particolare nei soggetti più anziani o fragili per coesistente comorbidità.

E’ altrettanto nota la presenza , in pazienti che assumono le Statine , di gravi ed invalidanti effetti collaterali , tra cui le mialgie , la marcata astenia e talvolta la riduzione della capacità di sforzo a seguito di tali disturbi.

Fino al 40-50 % dei pazienti che assumono statine possono, negli anni a venire , vivere questa spiacevole esperienza.

La stessa, capace di determinare colpevolmente , la sospensione parziale o totale del farmaco , da assumere ( secondo linee guida ) ad alte o altissime dosi, al fine di raggiungere il suddetto target terapeutico.

L‘Astensione incauta dalla statina si associa ad un fenomeno molto più diffuso nei paesi occidentali che è la ridotta compliance ai farmaci.

Questa, estremamente frequente negli anziani , è causa di aumento di recidive di malattie ischemiche a carico del cuore ed anche di aumento della mortalità.

dott. Giuseppe Del Prete – Cardiologo